25.03.2013 free
Consiglio di Stato – (il mobbing nel pubblico impiego)
Il fatto
Sette ricorsi per chiedere l’annullamento di atti ritenuti lesivi del proprio status di pubblico dipendente.
Attraverso l’azione giudiziaria si è anche domandato il risarcimento del danno per una ipotesi di mobbing e comunque per lesioni alla integrità psicofisica e alla qualità della vita.
Il Tar ha accolto alcuni ricorsi annullando i provvedimenti impugnati ma ha negato il risarcimento del danno non ritenendo sussistente il mobbing.
Il diritto
Il concetto di mobbing è alquanto indeterminato, anche se per una ragionevole definizione possa considerarsi tale quell’insieme di condotte vessatorie e persecutorie del datore di lavoro o comunque emergenti nell’ambito lavorativo concretizzanti la lesione della salute psico-fisica e dell’integrità del dipendente e che postulano, ove sussistenti, una adeguata tutela anche di tipo risarcitorio.
L’indeterminatezza della nozione ha indotto ancora la giurisprudenza ad indicare una serie di elementi ed indizi caratterizzanti il fenomeno dai quali far emergere la concreta sussistenza di una condotta offensiva.
Così per aversi mobbing è richiesto che l’azione offensiva posta in essere a danno del lavoratore sia sistematica e frequente con una serie prolungata di atti ed abbia le caratteristiche oggettive di persecuzione e discriminazione o riveli intenti puramente emulativi.
Esito del procedimento
Il Consiglio di Stato ha confermato le decisioni del primo giudice.
[Avv. Ennio Grassini – www.dirittosanitario.net
- quali sono i comportamenti da cui non si ravvisano gli estremi del mobbing;
- il testo integrale della sentenza.